L’ex-oratorio della Beata Vergine della Pace: un angolo di Parma riscoperto che fu sede di un’importante confraternita.
A circa metà di Borgo delle Colonne, la via porticata più lunga del centro storico di Parma, fa capolino la facciata dell’ex Oratorio di S. Maria della Pace.
l’ex- oratorio è un’ ampio edificio religioso a navata unica, costruito nelle sue forme attuali nel 1670 dalla confraternita del Santissimo Sacramento.
Prima di quell’anno sappiamo che questa congrega da lungo tempo era alla ricerca di una degna sede per le loro riunioni e funzioni religiose.
Ormai la comunità nel tempo si era ingrandita e non bastavano più i precedenti luoghi di riunione. Un rogito racconta di come vennero acquistati dai confratelli degli immobili già esistenti trasformati per l’occasione.
Un viaggio nel tempo
L’intricato disporsi delle pareti alle spalle di quello che un tempo fu il Santuario, ci ricorda infatti una lunga storia.
Molti furono gli accordi per poter acquisire dai “vicini” nuovi spazi, sale di riunione e alloggi per ricavare rendite con gli affitti.
Archi, muri e soffitti chiudono anche spazi che prima erano scoperti, come il piccolo vicolo originariamente rasentante l’oratorio che nel 1.700 poco alla volta fu da esso inglobato.
I documenti antichi fungono da macchina del tempo.
Queste sale, ora occupate dagli uffici della nuova proprietà, sono rimaste per lungo tempo vuote, ma l’inchiostro delle carte ci descrive con dovizia di particolari quello che ne fu l’arredo.
Ritratti di confratelli importanti erano appesi alle pareti della “sala riunioni”, che aveva al centro un contenitore per le palle bianche e nere usate nelle votazioni.
Una sala apposita era utilizzata per l’archivio, un’altra per il deposito dei beni più preziosi della confraternita.
La Beata Vergine della Pace
Nell’oratorio, invece, molti furono gli arredi sacri. L’immagine venerata più importante, la beata vergine della Pace, era un’opera portata a Parma con spirito d’avventura dal confratello Giacomo Bucci nel 1670 al ritorno di un suo viaggio da Roma.
Oggi quest’opera fa bella mostra di sé, assieme all’ancona dorata che l’ abbraccia, nel Santuario di Marzolara, lì giunta dopo la soppressione dell’oratorio.
Come si vestivano i confratelli?
Se dovessimo immaginare gli antichi confratelli, forse ci potrebbe aiutare una loro rara rappresentazione posta sopra un’epigrafe nel duomo di Berceto.
Anche in quel paese, infatti, era presente una confraternita del Santissimo Sacramento.
Essi indossano una cappa, menzionata anche nei documenti parmigiani che specificano inoltre che erano di color turchese, come il manto della madonna.
I confratelli erano molto attaccati alla loro cappa: dai documenti sappiamo che si facevano seppellire in oratorio con la loro “divisa” ufficiale.
Antichi corpi incorrotti…
Nell’800 una vasta cripta venne scoperta al di sotto dell’altar maggiore. Vi si trovarono ancora giacenti nel loro eterno riposo numerosi confratelli, incorrotti e addormentati nelle loro bare, tanto da voler richiudere subito quella stanza sotterranea senza traslare quei resti mortali in segno di rispetto.
Dopo recenti restauri l’oratorio è tornato a nuova vita dopo lunghi anni, non più come centro religioso, ma come centro di sperimentazione artistica.
L’arte, che un tempo in questo luogo serviva a valorizzare e scandire il tempo del sacro, ora esalta e sviluppa i ritmi degli spazi e dei sogni contemporanei.